La Riserva Naturale Biogenetica di Acquerino è localizzata sull’Appennino settentrionale, nell’alto bacino del torrente Limentra, nel Comune di Sambuca Pistoiese.
Il territorio è montano e scarsamente antropizzato, coperto quasi ininterrottamente da boschi, tra gli 880 m. s.l.m. a Ponte Rigoli ed i 1.319 m. s.l.m. del Monte La Croce.
Particolarmente rappresentati i rimboschimenti artificiali di conifere, tra i quali spiccano quelli di douglasia, anche e soprattutto per la loro maestosità (con piante di altezza media di 35/40 m).
Sono presenti esemplari secolari di latifoglie intorno al fabbricato sede della ex caserma forestale. Numerose sono le specie arboree minori come l’acero montano, il ciliegio, il sorbo degli uccellatori, il frassino maggiore, il salicone. A quote più basse troviamo cedui misti di cerro, nocciolo, orniello, acero e frassino.
La copertura forestale è interrotta piacevolmente da estesi prati di alto valore ecologico.
Tutta la zona interessata dalla Riserva e le aree limitrofe erano popolate già nel primo Medioevo: ne sono testimoni antichi insediamenti e numerosi ruderi e nuclei di case tuttora esistenti oltre a segnalazioni relative a diversi poderi coltivati.
Risale al 1932 la composizione del primo nucleo della foresta, allorché l’Azienda di Stato delle Foreste acquistò dalla famiglia D’Ancona una vasta proprietà composta da vari comprensori per un totale di 915 ettari, a questo primo nucleo di Foresta Demaniale si sono aggiunti col tempo vari altri terreni, in genere di modesta estensione.
La necessità di limitare il dissesto idrogeologico fu la principale ragione sia dell’acquisto del nucleo originario della foresta sia degli interventi di ricostituzione boschiva che prevedevano, fra l’altro, il divieto di pascolo nell’intera zona per limitare fenomeni di erosione dei versanti.
Molte opere di miglioramento furono compiute dall’Ispettorato ripartimentale forestale di Pistoia fra il 1932 ed il 1942 e furono poi riprese intensamente nel dopoguerra prima dall’Ispettorato e poi dall’Amministrazione delle Foreste Demaniali Statali Pistoiesi, a cui nel frattempo la Foresta era stata affidata.
Nel decennio 1950-1960 si è registrato un ulteriore spopolamento di questi territori montani, che è proseguito nel tempo con un ritmo continuo fino a lasciare nelle piccole frazioni una popolazione costituita essenzialmente da pochi anziani; fu allora che l’Amministrazione forestale sviluppò una campagna di acquisti a macchia d’olio dando luogo ad una importante azione di ricomposizione fondiaria culminata nel 1975, anno in cui la foresta di Acquerino raggiunse la superficie massima di 4.790 ha.
Nel 1975 e anni seguenti, a seguito della legge sul decentramento regionale, quasi tutta la superficie della foresta è stata trasferita dallo Stato alla Regione Toscana, per una superficie complessiva di 4.547 ha.
Allo Stato, in base all’art. 83 del D.P.R. 616/77, è rimasta un’area in Comune di Sambuca Pistoiese che con D.M. in data 13/07/1977 è stata classificata Riserva Naturale Biogenetica per la produzione di seme di Pseudotsuga menziesii, che in questa zona era stata impiantata fin dal 1928 con ottimi risultati.
All’interno della Riserva è presente il sito archeologico medioevale di “Glozzano”, complesso monastico di età medioevale di cui sono stati riportati alla luce le mura perimetrali e l’abside della chiesa.
Come arrivare
La Riserva è raggiungibile da Pistoia percorrendo la strada provinciale n. 24 Pistoia – Riola per circa 20 km.
Si consiglia di non percorrere questi itinerari senza adeguate documentazioni ed informazioni oltre che con idonea preparazione e equipaggiamento.
Per maggiori informazioni anche in merito alla effettiva fruibilità dei tracciati ed accesso alle Riserve è possibile consultare il sito ufficiale del Reparto Carabinieri Biodiversità Pistoia.
E’ inoltre possibile collegarsi alla mappa interattiva del Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Pistoia
Tabella dei sentieri della Riserva Naturale Biogenetica di Acquerino | ||||
Sentiero | Percorso | Lunghezza (Km) | Percorrenza (ore, minuti) | Difficoltà |
BIO 01 | Caserma CFS – Glozano – Ponte Rigoli | 2,72 | 1,30 | E |
BIO 02 | Caserma CFS – Prato delle Caselle – Rifugio Acquerino | 1,87 | 0,50 | E |
Download tracce GPX: Riserva Acquerino.zip
I dati presenti sono di proprietà del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità – Reparto Biodiversità Pistoia cui compete la certificazione della qualità e attendibilità dei dati stessi e sono utilizzabili con licenza d’uso CC-BY-SA, secondo quanto previsto dal Decreto Dirigenziale Regione Toscana n. 663/2014.
Norme di fruizione della Riserva
La Riserva è di libero accesso. Per escursioni di gruppi organizzati a vario titolo all’interno o attraverso la Riserva o per lo svolgimento di iniziative e manifestazioni sportive-ludico-motorie-ricreative è necessario presentare una richiesta di autorizzazione o di svolgimento di Eventi in Riserva al Reparto CC Biodiversità di Pistoia, almeno 15 giorni prima della data prevista dell’iniziativa, con descrizione dell’attività che si vuole svolgere, numero di partecipanti attesi, itinerario previsto, durata dell’attività.
La Riserva non presenta zonazione.
Presso l’ex Caserma forestale di Acquerino è presente una saletta utilizzata per eventi di educazione ambientale che ospita alcuni reperti vegetali e animali.
Nella Riserva sono presenti radure a prato ed aree attrezzate per pic-nic; alcuni sentieri sono corredati da pannelli didattici.
Flora
La superficie, pressoché interamente forestale, è costituita da boschi di faggio in parte cedui invecchiati ed in parte convertiti all’alto fusto, e boschi di conifere varie d’impianto artificiale, in particolare di douglasia.
Sono presenti ecosistemi fluviali e versanti circostanti con vegetazione ripariale ben conservata con elevati livelli di naturalità.
Numerose sono le specie erbacee protette come l’aquilegia comune e la centaurea intermedia.
Fauna
La presenza di maggiore rilievo è senz’altro quella del cervo che fu reintrodotto negli anni ’50 con pochi esemplari provenienti dalla Foresta demaniale di Tarvisio ed oggi rappresenta una delle popolazioni più importanti dell’Appennino settentrionale.
Presenti inoltre il lupo, il daino, il cinghiale, il capriolo, la volpe, la donnola, la martora, la faina e il tasso.
Fra gli uccelli è significativa la presenza di diversi rapaci: l’aquila reale, il falco pecchiaiolo, la poiana e il gheppio.
Inoltre frequentano l’area la tottavilla, il regolo, il fiorrancino, il codirosso spazzacamino, il picchio muratore, il picchio rosso maggiore, il rampichino comune, il ciuffolotto, il frosone e, fra gli uccelli più legati all’acqua, il merlo acquaiolo.
Tra le specie di anfibi protette dalla Direttiva UE Habitat si ricordano la salamandrina dagli occhiali settentrionale, l’ululone appenninico, la salamandra pezzata, la rana agile e la rana appenninica.
Nei torrenti della zona vivono lo scazzone, il barbo e il vairone oltre al gambero di fiume.