VERSO LA LUCCHESIA: POPIGLIO E LA VAL DI LIMA – LA STORIA

L’origine romana delle celebri “torri di Popiglio” sembra ormai smentita dalle più recenti indagini che dimostrano come i ruderi che si trovano sulla sommità del colle che domina l’abitato di Popiglio siano da attribuirsi ad un castello medioevale; resta dunque solo il nome a testimoniare la possibile presenza di un insediamento romano in questa parte della Montagna pistoiese, che comunque vide sorgere numerosi e importanti borghi fortificati, di cui vi sono tracce documentarie oramai millenarie, come è il caso di Piteglio, la cui pieve è ricordata in un documento del 1005.

Anche Popiglio è ricordata in un diploma di papa Innocenzo II del 1133. Tutti questi borghi, già sufficientemente popolati alla metà del secolo XIII presero parte, schierandosi ora uno con una parte, ora con l’altra, alle lotte che insanguinarono il territorio pistoiese sino alle soglie dell’età moderna e che continuarono, trasformate in faide paesane per tutto l’ancien règime, come è efficacemente attestato nel diario del pievano di Popiglio Girolamo Magni, costretto anche all’esilio nel 1559 per controversie sorte tra la sua e altre famiglie del paese.

“Quando Onofrio suo fratello uccise un giovane de la terra, figluol di Menichin Lippi, quale gli aveva data pubblicamente in piazza una bastonata, [il Magni] andato a pericolo grandissimo d’esser ammazzato da’ parenti del morto, e conoscendo non poter più securamente stare in Popiglio” fu costretto infatti a rifugiarsi a Lucca dove restò per più di cinque anni (Il diario del pievano Girolamo Magni. Vita, devozione e arte sulla montagna pistoiese nel Cinquecento, a cura di F. Falletti, Pisa 1999).

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