L’ABETONE E LA STRADA XIMENIANA – LA STORIA

L’esigenza di un più preciso controllo del territorio legata alla politica riformatrice e modernizzante intrapresa dal governo toscano nella seconda metà del secolo XVIII portò, tra le altre cose, ad una ricognizione generale di tutti i confini del Granducato, che fu attuata alla fine degli anni ’80.

La “terminatione” riguardò ovviamente anche il confine della Montagna pistoiese con lo stato estense di Modena e con la legazione pontificia di Bologna. Tutta la linea confinaria venne descritta dapprima sulla carta, con una abbondante produzione di mappe e di piante eseguite dagli ingegneri dei due stati, poi identificata sul terreno, per mezzo di termini cilindrici numerati e rintracciabili sulle carte, posti a poca distanza l’uno dall’altro.

Realizzati in pietra e solidamente interrati si sono in gran parte conservati, specie in quei tratti più riparati e non sottoposti all’azione erosiva degli agenti atmosferici. Molti di essi sono così ancora presenti sul posto e possono essere facilmente seguiti, in particolare lungo il sentiero di crinale CAI n. 00.

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