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Data / Ora
Date(s) - 29/03/2018
21:00 - 23:00

Luogo
Il Funaro Centro Culturale

Categorie


29 Marzo 2018 ore 21.00
HAPPY HOUR

di Cristian Ceresoli con Silvia Gallerano e Stefano Cenci
regia di Simon Boberg production manager Marco Pavanelli 

Frida Kahlo Productions (Milan, London) con Richard Jordan Productions (New York, London) / Organizzazione e Distribuzione a cura di WEC, Bags Entertainment 

Dal 24 al 31 marzo è prevista la residenza artistica per la creazione di Happy Hour, regia di Simon Boberg, di Cristian Ceresoli, con Silvia Gallerano – la “coppia” che con “La merda” ha fatto incetta di premi internazionali, a cominciare dal primo posto al prestigioso Fringe Festival di Edimburgo – e Stefano Cenci. La creazione andrà in scena in forma di primo studio il 29 marzo. Una nuova scrittura in cui il destino di una sorella e di un fratello, appena più che bambini, si intreccia con quello di una nuova efficacissima forma di allegro totalitarismo. Una storia dettata dal travolgente ritmo di un happy hour quotidiano e ininterrotto, in un delirante rinnovamento della lingua, attraversata da umanità che gode della vita, veste ghepardato ed è disposta a tutto per difendere la propria eleganza.

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Approfondimento

Dopo aver vinto numerosi premi, tra cui l’Oscar del teatro europeo, e registrato un grande successo di pubblico e critica in tutto il mondo con La Merda (dall’Europa al Sud America, dall’Australia al Nord America) Cristian Ceresoli presenta una sua nuova scrittura, intitolata Happy Hour.

Oltre a rinnovarsi la collaborazione con Silvia Gallerano, osannata interprete de La Merda nella produzione originale in Italiano e Inglese, in questa nuova produzione viene coinvolto come attore anche Stefano Cenci, interprete stralunato e potente. La regia è affidata alla delicata sensibilità di Simon Boberg, regista danese di fama internazionale, già direttore della produzione teatrale e televisiva di Lort (La Merda) in Danimarca.

Una nuova scrittura, questa di Ceresoli, in cui il destino di una sorella e di un fratello, appena più che bambini, s’intreccia con quello di una nuova efficacissima forma di allegro totalitarismo.

La storia di una città in cui avvengono divertentissime deportazioni di massa, in un futuro appena prossimo. Al travolgente ritmo di un happy hour quotidiano e ininterrotto, in un delirante rinnovamento della lingua, e attraversata da umanità che gode della vita, veste ghepardato e è disposta a tutto per difendere la propria eleganza.

Un poema di tendenza dove i corpi immaginati si manifestano martellanti e ossessivi, fino a coincidere coi nostri corpi, in un possibile futuro in cui si afferma il più colorato dei fascismi.

Così come La Merda ha rotto gli schemi con una propria originalità aldilà dei generi (opera poetica, rock, sofisticata e immediata a un tempo, accolta da luoghi e spazi diversi, grandi città e province, da tutto esaurito, letteratura, teatro e performance) allo stesso modo anche Happy Hour cerca una sua originalità. Partitura letteraria per due corpi, poema di folle sperimentazione linguistica, prova d’attore, visione, performance. O tragedia moderna in cui morire dal ridere.

Happy Hour è dedicato a Stefano Dolce e Domenico Gabbana.

Per informazioni scrivere a info@ilfunaro.org o telefonare allo 0573 977 225.

Cos’è il Funaro? Guarda qui per scoprirlo!
Se vuoi scoprire cosa c’è in programma nel 2018 segui il link https://www.slideshare.net/elisasirianni923

www.ilfunaro.org

 

Fondato da Antonella Carrara, Mirella Corso, Lisa Cantini e Francesca Giaconi, il Funaro Centro Culturale nasce nel 2009 e nel 2012 gli vengono riconosciuti il Premio Speciale Ubu e il Premio dell'Associazione Nazionale Critici di Teatro Un complesso edilizio di 900 mq che comprende uffici, una sala teatrale, due sale prove, una caffetteria, una biblioteca/centro di documentazione, anche sede del Fondo Andres Neumann, e una residenza per artisti e allievi di Laboratori con diciotto posti letto. Le attività del Funaro sono incentrate sulla programmazione di spettacoli, la formazione per professionisti e non, le residenze teatrali, e progetti di varia natura con uno sguardo attento al panorama internazionale declinandolo sull'identità del territorio. Il tentativo di strutturare un'identità con tali caratteristiche nasce di un'idea di teatro come possibilità concreta di scambio e dialogo con il pubblico.

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