Il crinale che dal passo dell’Abetone, per le asperità del Libro Aperto e del Monte Spigolino, conduce al Lago Scaffaiolo e poi al Corno alle Scale (l’attuale sentiero 00 del CAI) può bene essere considerato un vero e proprio confine naturale, molto spesso insuperabile e dove i possibili punti di attraversamento sono veramente ridotti come ci ricorda Giovanni Bortolotti che parla di un “solo passo [quello della] Croce Arcana (m. 1675), assai noto nella antichità perché percorso dalla strada Ospitale – Cutigliano. Ancora adesso – siamo intorno al 1950 – la strada Ospitale – Croce Arcana – Cutigliano è frequentata in ogni stagione.
Sul crinale, pali infissi sul terreno segnano la via per quando la neve o la nebbia la rendono incerta” (G. Bortolotti, Guida del lago Scaffaiolo e dell’alto crinale dall’Oppio all’Abetone, Bologna 1950). Più ad est sono ricordati anche i passi della Calanca, dei Tre Termini e dello Strofinatoio, tutti però ad altezze superiori. L’imponenza e anche la difficile accessibilità di questo confine naturale non scoraggiò comunque i cartografi e gli impiegati impegnati nella “terminatione” dei confini del Granducato, attuata dai Lorena alla fine degli anni ’80 del secolo XVIII.
Tutta la linea confinaria, anche in questo tratto particolarmente impegnativo, non solo venne descritta sulla carta (con una abbondante produzione di mappe e di piante eseguite dagli ingegneri-cartografi dei due stati) ma venne identificata sul terreno per mezzo di termini cilindrici numerati e rintracciabili sulle carte, posti a poca distanza l’uno dall’altro. Questi “cippi confinari” realizzati in pietra e solidamente interrati sono ancora rintracciabili e visibili anche in questa parte del confine che interessava ben tre realtà statuali: oltre al Granducato di Toscana, lo Stato della Chiesa e il Ducato di Modena.