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Data / Ora
Date(s) - 20/10/2019
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Luogo
Piccolo Teatro Mauro Bolognini

Categorie


da Anton Čechov

drammaturgia e regia Roberto Valerio

con Martino D’Amico, Luigi Di Pietro, Carlo Di Maio

e con gli allievi attori under30 diplomati all’Accademia Professionale di Recitazione Ludwig – Roma: Jacopo Angelini, Paolo Oppedisano, Pietro Cerasaro, Rosario Buglione, Davide Locci

Padiglione 6 nasce da un lungo e intenso laboratorio teatrale. Per 60 giorni, 12 giovani attori neodiplomati under30 hanno lavorato insieme al regista Roberto Valerio, all’insegnante di educazione del corpo Andrea Pangallo e alla ballerina-coreografa Valeria Andreozzi, sulla struttura drammaturgica del testo e le sue implicazioni sceniche, sul rapporto tra i personaggi, su improvvisazioni a tema con e senza musica. Al termine del laboratorio sono stati selezionati cinque di loro che vanno a completare il cast dello spettacolo, composto da Martino D’Amico, Luigi Di Pietro e Carlo Di Maio.

“Nel 1890 Čechov compie un lungo viaggio con destinazione la colonia penale di Sachalin. In qualità di medico, Čechov compie un censimento dei detenuti e delle loro condizioni di salute, ma assiste anche alle violenze e alle torture a cui questi sono sottoposti. Il risultato di questa esperienza sarà un reportage di viaggio dal titolo L’isola di Sachalin, dove l’autore non può fare a meno di provare un certo disgusto verso le condizioni disumane dei detenuti. L’esperienza rieccheggia come un’eco nella mente dell’autore e si protrarrà anche nel racconto Il padiglione numero 6.

In questo commovente racconto, Čechov ci presenta un piccolo padiglione psichiatrico di un ospedale di provincia dove sono internate cinque persone trattate come bestie. Testimone di queste violenze è il dottor Andrèj Efimyc che, pur desiderando ribellarsi a questa situazione di degrado, decide di sopportare tutto stoicamente. Il dottor Andrèj vive una vita in solitudine, che trova il suo antidoto nella letteratura (…). La sua solitudine viene interrotta dall’incontro con Ivan Gromov, il più giovane dei pazienti. Affetto da un delirio persecutorio, costui incarna il ruolo del folle visionario: “Il suo discorso è disordinato, febbrile, come un delirio, a scatti e non sempre comprensibile, ma vi si sente, e nelle parole e nella voce, qualcosa di straordinariamente buono. Quando parla, riconoscete in lui il pazzo e l’uomo. Parla egli della bassezza umana, della violenza che calpesta il diritto, della vita bellissima che col tempo ci sarà sulla terra, delle inferriate alle finestre che gli ricordano ad ogni minuto la stupidità e la crudeltà degli oppressori….” Qual è l’illuminazione che sorprende il dottor Andrèj Efímyc? La scoperta che un uomo, sepolto in uno squallido ospedale psichiatrico, ha una speranza riposta nel futuro e ama la vita, che un folle nutre ideali che la grigia normalità rimuove, ritenendole sciocchezze da bambini, e ha un’apertura, un senso della vita integro e tormentoso.

Il dottor Andrej rimane sorpreso dalla brillantezza e dalla vivacità di Gromov, portandolo così a parlare ogni giorno con lui. Tuttavia, la cosa non è vista bene dal personale dell’ospedale e, alla fine, il dottor Andrèj si ritrova lui stesso ‘paziente’ del Padiglione e vittima del trattamento disumano cui sono sottoposti gli altri pazienti. E in questa catarsi, in questo tragico ribaltamento ed ‘evoluzione’, ora è in grado di rendersi conto ciò che subisce il malato, come egli si senta spaesato e come vi sia totale assenza di rispetto nei confronti di un altro esser umano in difficoltà.

Uno spettacolo forte, contemporaneo, sulla deriva degli ultimi, sull’emarginazione sociale, sulla violenza dell’uomo sull’uomo, sulla follia umana…… Uno spettacolo poetico con tinte sinistre, dove i tratti lievi e grottescamente divertenti dei teneri pazzerelli, si confondono con il loro tragico vivere quotidiano della reclusione. “

(Roberto Valerio)

 

Domenica 20 – da Mercoledì 23 a Domenica 27 – Mercoledì 30 e Giovedì 31 Ottobre

orario spettacoli

feriali ore 21, domenica ore 16

 

L’Associazione Teatrale Pistoiese è Centro di Produzione Teatrale riconosciuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali per il triennio 2015/2017 e Ente di Rilevanza Regionale per lo spettacolo dal vivo. Con la sua articolata architettura incentrata su ospitalità, produzione, formazione, residenze e progetti interdisciplinari, costituisce un modello di sistema teatrale territoriale.

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