LA “TERRA DI SAN MARCELLO” – LA MONTAGNA PISTOIESE TRA REPUBBLICA E PRINCIPATO – LA STORIA

Protagonista e vittima del “mestiere delle armi”, dell’astuzia e dei torbidi politici che guidano le travagliate vicende dell’Italia del XVI secolo, la figura del Ferrucci si è progressivamente trasferita dal piano storico a quello leggendario, letterario, ad incarnare l’immagine stessa dell’eroismo e della fierezza, contrapposta alla fellonia del “Maramaldo”, ovvero di colui che per vendetta uccide vilmente un inerme, “un uomo morto”.

Il mito di Francesco Ferrucci, come strenuo difensore degli ideali repubblicani di libertà e d’indipendenza dal tiranno e dallo staniero, fu ripreso e celebrato – in virtù della sua formidabile valenza simbolica – soprattutto durante il periodo risorgimentale e postrisorgimentale, quando i luoghi ferrucciani divennero meta di un vero e proprio pellegrinaggio laico e patriottico. Come emblema del sentimento di orgoglio nazionale, il nome del Ferrucci fu persino inserito nell’Inno di Mameli. Tra le personalità che giunsero sulla montagna a rendere omaggio all’“eroe di Gavinana” si ricordano, tra gli altri, Niccolò Puccini, Massimo d’Azeglio, Francesco Domenico Guerrazzi, Giuseppe Garibaldi, Niccolò Tommaseo, Raffaele Cadorna, Ferdinando Martini.

Per onorare il personaggio, nel 1920 fu collocato nella piazza di Gavinana il monumento equestre modellato sin dal 1913 dallo scultore fiorentino Emilio Gallori. In occasione delle celebrazioni del V Centenario della morte (1530-1930), fu poi acquistata e restaurata l’ex casa Battistini, sulla cui soglia, secondo la tradizione popolare e iconografica, il capitano fiorentino sarebbe stato ucciso da Fabrizio Maramaldo.

Nel 1931 vi furono allestiti un Museo e una Biblioteca Ferrucciana, al fine di custodire importanti cimeli e documenti storici ed artistici, tra cui armi e armature, fotografie e incisioni, sculture e dipinti, opuscoli e volumi, bandiere e costumi del Giuoco del Calcio fiorentino. Tra il 1956 e il 1957 il museo fu nuovamente ordinato da Renzo Chiarelli e riorganizzato in ambienti tematici: Sala d’Armi, Sala d’Azeglio e della Battaglia, Sala Francesco Ferrucci, Sala dell’Assedio e delle Bandiere

 

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